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abusivismo+anomalia. paesaggi incongrui tra fascino e demolizione
cinema&architettura 7a rassegna
abusivismo e' un concetto semplificato, tollerato politicamente, perseguito economicamente; condizioni antropologiche, strategie sociali e del consenso (sotterraneo o palese) lo percorrono.
non esitono solo gli episodi puntuali dell’eccesso e della denuncia collettiva o i luoghi evidenti dell’anomalia urbana. ci sono le forme pervasive e diffuse sostenute dall’interesse particolare: sono le residenze unifamiliari iterate su spazi vasti, gli edifici industriali e del consumo casualmente distribuiti, i sistemi infrastrutturali aggressivi e indifferenti; e c’e' chi, per usufruire di sgravi fiscali, ha costruito in aree legalmente autorizzate manufatti mai completati e ora abbandonati. questi sistemi urbani hanno rivelato un’autonomia insediativa forte, non prevista; senza relazione progettuale, senza nesso fra unita' edilizia e ambiente, fra interno ed esterno.
il paesaggio per decenni e' stato altro rispetto agli edifici, alle strade, alla proprietà privata: qualcosa di cui non era necessario avere cura singolarmente e collettivamente. e lo e' tutt’ora: altro.
gli scheletri edilizi o le autostrade e gli acquedotti incompiuti sono diventati misura del paesaggio per casualita', per indifferente trascuratezza. in questa distrazione territoriale, che talvolta sconfina in un fascino forse ambiguo, permane il reciproco guardarsi-interrogarsi fra manufatto e luogo.
qual e' allora il paesaggio abusato? e qual e' il paesaggio mentale e il paesaggio abitabile? e' possibile provocare transizioni, sospendere il giudizio piu' immediato e riconoscere un valore all’abbandono edilizio, alle architetture inconcluse, alla devastazione acconsentita, all’anomalia urbana?
nuove letture spostano la riflessione oltre l’approccio etico, giudiziario o urbanistico a partire dal rifiuto del concetto (facile) di ecomostro e (scontato) di demolizione. fra ripristino della situazione originaria -dove e' possibile, dovuto e necessario- e invenzione del paesaggio futuro -dove contesti incongrui si aprono ad una valutazione estetica- si colloca lo spazio difficile ma fondamentale della scelta progettuale e del riconoscimento di relazioni.
'la conquista della qualità dell’ambiente dipende da una sensibilizzazione generalizzata, tanto quanto l’assenza di tale sensibilizzazione genera un progressivo degrado'. alvaro siza vieira