Il viadotto Polcevera "Ponte Morandi" 2018/2019
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Il viadotto Polcevera
Il viadotto Polcevera (noto anche come ponte Morandi), è un ponte autostradale che attraversa il torrente Polcevera e i quartieri di Sampierdarena e Cornigliano, nella città di Genova. Fu progettato dall'ingegnere Riccardo Morandi e venne costruito fra il 1963 e il 1967. Opera innovativa negli anni “60”, di grande prestigio e di servizio per Genova, la città portuale più importante del mediterraneo e d’Europa, che guarda il mare e tocca il cielo; città di transito e di scambio di culture. La città che movimenta qualsiasi genere di merce, che costruisce, ripara, trasforma e demolisce navi. Una città di grande ricchezza ma allo stesso tempo con una grande fragilità, messa in ginocchio dalle alluvioni degli ultimi anni. E adesso anche il crollo del ponte Morandi. Genova è una città ferita. Lo stesso Morandi dopo pochi anni dalla costruzione dichiarò che il ponte cominciava a mostrare problemi strutturali e degrado dei materiali, causati dalla salsedine e dall’inquinamento industriale. Un altro fattore che velocizzò il deterioramento del ponte fu il carico di traffico che nell’arco degli ultimi anni quadruplicò. La gestione di un ponte non è impossibile, una volta fatto partire l’ingranaggio basta seguire le istruzione e fare manutenzione regolarmente, cosa non ha funzionato nel caso del ponte Morandi? Questione di politica o di risorse disponibili? Ad oggi il commissario Marco Bucci ci parla di un obbiettivo ben preciso: avere un ponte solido e in FRETTA! Il Ponte Morandi rinasce dal disegno di Renzo Piano, a Salini, Impregilo e Fincantieri il compito della ricostruzione. l’unica pecca e’ dovuta al fatto che i lavori di demolizione sono iniziati con poca trasparenza e informazione. Il 19/2/2019 la Procura della Repubblica di Genova si vede arrivare l’atto di denuncia/querela con richiesta di misura cautelare (interdizione dell'utilizzo di cariche esplosive per l’eventuale abbattimento di quanto rimane del Ponte Morandi e delle unità abitative sottostanti), da parte del Comitato “Liberi Cittadini di Certosa”. Dove viene chiesto, “all’On.le Sig. Procuratore della Repubblica di Genova, perché, in Sua equità e giustizia, Voglia assumere le doverose iniziative di indagine e investigazione, in riferimento al rischio amianto per il suo utilizzo come cemento amianto e/o nelle tecniche costruttive, ed all’aerodispersione di polveri e fibre di amianto e di altre sostanze cancerogene, indotta dai noti fatti del 14.08.2018, e dalle condotte attive e omissive dei responsabili e/o titolari delle posizioni di garanzia, quale ulteriore evento, oltre alla morte di 43 persone, che si è verificata con il crollo del Ponte Morandi...”. Questo in previsione del fatto che il 2/3/2019 era prevista la demolizione di uno dei piloni con l’utilizzo di micro cariche che comportano l’aerodispersione di polveri e fibre di amianto. Gli stessi VVFF alla fine di agosto avevano rilevato presenza di amianto in tubazioni ritrovate tra le macerie. Grazie al Comitato “Liberi Cittadini di Certosa” il pilone non è stato ancora demolito mentre la quinta parte della trave tampone dell’ex viadotto ha toccato terra con le dovute cautele e per evitare dispersioni di amianto e polveri di calcestruzzo hanno incartato l’impalcato. Anche il Ministero dell’Ambiente ha frenato l’inizio dei lavori previsti per la fine di Marzo 2019, anche per la mancanza di una valutazione dell’impatto ambientale. La richiesta dei cittadini è chiara: la ricostruzione del ponte deve essere fatta nel rispetto dell’ambiente, tutelando la salute degli abitanti e con una comunicazione chiara e trasparente da parte delle istituzioni. Di ecomostri a Genova ne abbiamo già tanti.