ELISA SCARAMUZZINO
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Landscape Stories

date » 05-09-2018 18:38

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clic-he.it

date » 05-09-2018 18:34

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La città complessa

date » 05-09-2018 18:27

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abusivismo+anomalia. paesaggi incongrui tra fascino e demolizione

cinema&architettura 7a rassegna

abusivismo e' un concetto semplificato, tollerato politicamente, perseguito economicamente; condizioni antropologiche, strategie sociali e del consenso (sotterraneo o palese) lo percorrono.

non esitono solo gli episodi puntuali dell’eccesso e della denuncia collettiva o i luoghi evidenti dell’anomalia urbana. ci sono le forme pervasive e diffuse sostenute dall’interesse particolare: sono le residenze unifamiliari iterate su spazi vasti, gli edifici industriali e del consumo casualmente distribuiti, i sistemi infrastrutturali aggressivi e indifferenti; e c’e' chi, per usufruire di sgravi fiscali, ha costruito in aree legalmente autorizzate manufatti mai completati e ora abbandonati. questi sistemi urbani hanno rivelato un’autonomia insediativa forte, non prevista; senza relazione progettuale, senza nesso fra unita' edilizia e ambiente, fra interno ed esterno.

il paesaggio per decenni e' stato altro rispetto agli edifici, alle strade, alla proprietà privata: qualcosa di cui non era necessario avere cura singolarmente e collettivamente. e lo e' tutt’ora: altro.

gli scheletri edilizi o le autostrade e gli acquedotti incompiuti sono diventati misura del paesaggio per casualita', per indifferente trascuratezza. in questa distrazione territoriale, che talvolta sconfina in un fascino forse ambiguo, permane il reciproco guardarsi-interrogarsi fra manufatto e luogo.

qual e' allora il paesaggio abusato? e qual e' il paesaggio mentale e il paesaggio abitabile? e' possibile provocare transizioni, sospendere il giudizio piu' immediato e riconoscere un valore all’abbandono edilizio, alle architetture inconcluse, alla devastazione acconsentita, all’anomalia urbana?

nuove letture spostano la riflessione oltre l’approccio etico, giudiziario o urbanistico a partire dal rifiuto del concetto (facile) di ecomostro e (scontato) di demolizione. fra ripristino della situazione originaria -dove e' possibile, dovuto e necessario- e invenzione del paesaggio futuro -dove contesti incongrui si aprono ad una valutazione estetica- si colloca lo spazio difficile ma fondamentale della scelta progettuale e del riconoscimento di relazioni.

'la conquista della qualità dell’ambiente dipende da una sensibilizzazione generalizzata, tanto quanto l’assenza di tale sensibilizzazione genera un progressivo degrado'. alvaro siza vieira

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Metamorphosis

date » 29-07-2019 10:47

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Gibellina

date » 29-07-2019 11:09

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ELISA SCARAMUZZINO E ANDREA PAVESI

Sono due giovani fotografi che hanno creato un sodalizio artistico. Elisa Scaramuzzino è nata nel 1973, vive a Milano e collabora con lo studio Armin Linke. Andrea Pavesi è nato nel 1976, vive a Milano e lavora con i principali Magazine Italiani. La loro ricerca fotografica spazia dall'architettura all'arte, dalla tecnologia all'antropologia. Sono attualmente impegnati in un viaggio fotografico attraverso un insolito paesaggio italiano, con l'obiettivo di dare una testimonianza inconsueta e lontana dall'abituale sguardo oleografico.
Iniziano ad esporre nel 2000 con la mostra Analisi dello Spazio e del Territorio (Villa Burda, Rho Milano). E' del 2002 il progetto Trash in Italy (Palazzo delle Stelline, Milano). Nel 2003 espongono alla X Biennale Internazionale di Fotografia di Torino, al Festival Internazionale di Roma ai Mercati di Traiano e alla mostra I come Infanzia , (Villa Bernasconi, Cernobbio COMO). Nel 2004 la mostra Trash In Italy presso lo Spazio Antonino Paraggi a Treviso e la mostra Suburbia a Reggio Emilia.

volumi pubblicati: Trash in Italy, edizioni libri Scheiwiller, 2001.
“Le immagini di Elisa Scaramuzzino e Andrea Pavesi sono come cartoline da un'Italia a testa in giù, immagini di un viaggio nell'Italia abusiva che ormai ha una tradizione quarantennale degna dei Grand Tour settecenteschi (...). Le immagini rubate, le immagini cercate diventano quindi un modo per risarcire la ferita, per esorcizzare il trauma ed insieme per tornare a raccontare una terra. Guardando queste immagini si ha infatti la sensazione che ci sia sempre meno spazio per l'indignazione, lo sgomento, la rabbia, tanto i nostri occhi sono pieni di questi scenari. E' un processo paradossale di saturazione dell'immaginario che suggerisce la necessità di stabilire nuove strategie con cui guardare a questi anomali-normali paesaggi della quotidianità italica”.

Luca Molinari, Trash in Italy , catalogo della mostra, edizioni libri Scheiwiller 2002.
”Ci chiedete il nostro parere sulla fotografia. Crediamo che la fotografia artistica sia un concetto difficile da definire. Preferiamo lasciare la decisione in mano a chi guarda l'immagine. E' lo spettatore a determinare il confine tra artistico e documentaristico in base a ciò che prova davanti alla fotografia”.

Elisa Scaramuzzino e Andrea Pavesi, intervista di Patrizia Raineri per Teknemedia in occasione della X Biennale di Fotografia di Torino, 2003.
Elisa Scaramuzzino e Andrea Pavesi hanno fotografato : " Museo di Gibellina Nuova (TP) "

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Elisa Scaramuzzino & Andrea Pavesi - Trash in Italy

date » 05-09-2018 18:17

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comunicato stampa
Trash in Italy , ovvero (utilizzando la traduzione più letterale del vocabolo inglese): robaccia, ciarpame, paccottiglia, schifezza, porcheria in Italia. Però trash è ormai un vocabolo saldamente attestato anche nella storia e nella critica d’arte, dove contrassegna un ambito in cui trovano legittimazione e motivo di apprezzamento le secrezioni generalmente meno nobili della cultura. Un territorio (quasi una riserva) marcato dal “concetto che ovunque, anche negli ambiti più squallidi ed ignobili, nei rifiuti, negli scarti si può trovare una forma di bello estetico in grado di contrapporsi alle definizioni culturali ufficiali e di imporsi grazie ad una forza espressiva derivata dall'impatto emotivo che hanno sul normale osservatore l'aberrazione e la distorsione, la bruttezza e l'orrore” (
http://guide.supereva.it/arte_moderna/interventi/2003/11/145380.shtml ).
Ebbene, nell’ambiguità dei significati oramai assunti dal termine trash risiede gran parte del fascino della ricerca fotografica condotta da Elisa Scaramuzzino e Andrea Pavesi su un notevolissimo campionario di italianissimi “ecomostri”. In un’intervista apparsa sul sito
www.teknemedia.net, Scaramuzzino e Pavesi tengono a precisare che “vorremmo spiegare che “Trash” non è un progetto nato allo scopo di denunciare il degrado. Tutto è cominciato con qualche fotografia scattata a dei raccordi stradali. Siamo stati attratti dalle geometrie che le strade inventavano in questi grandi svicoli del nord d’Italia”; e così è stato anche per altri luoghi “scandalosi se si ragiona in termini di tutela ambientale – sostengono ancora Pavesi e Sacaramuzzino - ma affascinanti invece da un punto di vista estetico-geometrico. Il nostro lavoro è diventato quindi una presa di coscienza culturale ma la nostra ricerca è stata prima di tutto estetica”.
L’altra faccia del lavoro dei due giovani fotografi (Elisa Scaramuzzino è del 1973, e Andrea Pavesi del 1976) è illuminata dal commento di Luca Molinari nel catalogo pubblicato nel 2002, per i tipi della Libri Scheiwiller: “Le immagini di Elisa Scaramuzzino e Andrea Pavesi sono come cartoline da un’Italia a testa in giù, immagini di un viaggio nell’Italia abusiva che ormai ha una tradizione quarantennale degna dei Grand Tour settecenteschi... Le immagini rubate, le immagini cercate diventano quindi un modo per risarcire la ferita, per esorcizzare il trauma ed insieme per tornare a raccontare una terra. Guardando queste immagini si ha infatti la sensazione che ci sia sempre meno spazio per l’indignazione, lo sgomento, la rabbia, tanto i nostri occhi sono pieni di questi scenari. E’ un processo paradossale di saturazione dell’immaginario che suggerisce la necessità di stabilire nuove strategie con cui guardare a questi anomali-normali paesaggi della quotidianità italica”.

Elisa Scaramuzzino è nata nel 1973, vive a Milano e collabora con lo studio Armin Linke. Andrea Pavesi è nato nel 1976, vive a Milano e lavora da diversi anni con i principali Magazine Italiani. La loro ricerca fotografica spazia dall’Architettura all’Arte, dalla Tecnologia all’Antropologia. Sono attualmente impegnati in un viaggio fotografico attraverso un insolito paesaggio italiano, con l’obiettivo di dare una testimonianza inconsueta e lontana dall’abituale sguardo oleografico.
Mostre collettive: 2003 IN NATURA, X Biennale Internazionale di Fotografia, Palazzo Bricherasio, Torino 4-9-03 fino 10-10-03 • Circa 35, Festival Internazionale di Roma, Mercati di Traiano, Roma • I come Infanzia, Villa Bernasconi, Cernobbio COMO • 2002 I come Infanzia, Palazzo delle Stelline, Milano • I Luoghi Invisibili,Photology, Milano • a+mbookstore, Milano • Festambiente, Grosseto • Trash in Italy,Palazzo delle Stelline, Milano • 2001 Blu foto Giovani, Piccolo Teatro, Milano • 2000 Analisi dello Spazio e del Territorio, villa Burda, Rho Milano.
volumi pubblicati: Trash in Italy, edizioni libri Scheiwiller.

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