ELISA SCARAMUZZINO
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GLOBUS

date » 16-07-2021 18:50

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Frammenti di Montagna

date » 22-01-2020 14:41

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Dal 23 Gennaio 2020 al 28 Febbraio 2020
Lodi
Luogo: Luchy Bistrot
Indirizzo: Piazzale della Stazione
Orari: lunedì al sabato 9-19 Chiuso domenica. Ingresso gratuito
Info: 0371979072 www.elisaimages.it

Elisa Scaramuzzino presenta la mostra Frammenti di Montagna. 13 preziose stampe in bianco e nero accompagnano lo spettatore in un viaggio attraverso le montagne e la libertà interiore.

Elisa Scaramuzzino ci racconta: Da qualsiasi prospettiva la si vede, la montagna è semplicemente e profondamente vera, ricolma di una ricchezza semplice e illimitata, dove ogni parola o gesto, ogni cosa o idea, ogni sfumatura di colore o pietra, ogni emozione o percezione diventa un collegamento tra cielo e terra. É proprio in questo contesto alpino e mistico che la vita degli abitanti della montagna e la natura stessa della montagna fatta di suoni e voci, forme, colori e profumi diventa il riflesso stesso della vita umana. I Ghiacciai e l’acqua che scorre in montagna sono quindi fondamentali alla vita di ogni essere vivente sulla terra non solo da un punto di vista materiale ma anche spirituale.
La montagna è misteriosa e sorprendente ma anche terrificante capace di portare ad estreme conseguenze tutto quello che vi accade ma anche maestra nel farci scoprire i nostri limiti e le nostre capacità più nascoste. La fatica, la pazienza, la dedizione che la montagna richiede vengono ricompensate con gratificazioni non materiali ma di grande valore come l’amicizia, la libertà interiore e l’amore per ogni forma di vita.

Le immagini della mostra sono raccolte nel volume photographic notebook
Frammenti di Montagna, disponibile presso la Libreria Hoepli Milano.

You can order the book:

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10^ Festival Della Fotografia Etica Circuito off

date » 28-09-2019 13:08

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Trash in Italy, l’urbano incompiuto e abbandonato

Trash in Italy, an unusual Italian landscape è la ricerca che Elisa Scaramuzzino e Andrea Pavesi hanno iniziato nel 2002 <<con l’obiettivo di dare una testimonianza inconsueta e lontana dall’abituale sguardo oleografico>>. Puoi andare nel livornese, a Rosignano, per realizzare uno shooting per costumi da bagno sfruttando un paesaggio di sabbia bianca come se stessi alle Maldive. Bello eh? Mica tanto se pensi che quel biancore è dovuto a scarichi industriali a base di carbonato di calcio di una vicina industria. Se Stanley Kubrick avesse vissuto in Italia, probabilmente avrebbe girato Shining al Centro Servizi abbandonato di Baia dei Campi (Vieste). Le sue inquadrature dalle prospettive centrali non gli sarebbero mancate sfruttando le volte a vela postmoderne. Al Palacantù si potrebbe ambientare una delle scene più terribili sui desaparecidos. Qui in Italia i registi spielbergiani non avrebbero difficoltà ad individuare le location dove ambientare alcune scene in stile the day after, Chernobyl o scene di guerra beirutiane. Qui in Italia non c’è bisogno di scenografi per certe ambientazioni. È tutto già pronto. La “Cinecittà” dell’orrore paesaggistico è spalmata su tutto il territorio italiano. Da Nord a Sud. Perché i criminali ambientali sono ovunque. In ambito urbanistico-architettonico si potrebbe sviluppare un nuovo filone cinematografico surrealista. Un dolly sale in alto dal ciglio di un viadotto e va poi a inquadrare verso il basso le mura della necropoli di Pezzino sulla quale è stato costruito quel viadotto. Sì, è tutto inverosimilmente vero. C’è anche questo. Sono storie italiane di affarismo, clientelismo, malapolitica, leggi fatte male. Anzi, fatte troppo bene per chi sa come speculare su appalti di opere pubbliche, rimettendoci poco e incassando tanto. Fa strano e male vedere un’Italia che dai borghi e castelli mai rimasti incompiuti costruiti nel passato e ancora esistenti, dalle regge borboniche, ville vittoriane e medicee, siti archeologici visitati, raccontati e dipinti dai viaggiatori del Grand Tour, sia giunta al Far West del cemento. Un Paese che sembra essere una Chernobyl a macchia di leopardo è veramente anacronistico con quelle che sono le rigenerazioni urbane europee. A partire dalla Rhur tedesca. Questo foltissimo documento fotografico non calca la dialettica della dinamica dell’URBEX (Urban Explorer), quella dei fotografi cacciatori di luoghi abbandonati da accadierreizzare e che non rivelano i siti ripresi per evitare occupazioni abusive e sciacallaggi. In Trash in Italy ci sono invece nomi (destinazione d’uso delle strutture edili) e cognomi (i luoghi). È una denuncia realizzata con un’estetica fotografica essenziale, paradossalmente piacevole, come se fossero immagini destinate a una guida turistica. Niente HDR ma le ombre sono “aperte”, leggibili. Qualche immagine in high-key ma senza scimmiottare Ghirri e dintorni. Spennellate di ombre e luci o vignettature per evidenziare le strutture. Tutte “a piombo”. L’orrore è presentato come se si trattasse di opere di Le Corbusier, Wright, Meier… con un sarcasmo sottile ma violento. Centri sportivi, alberghi, ospedali, carceri, dighe ed altre opere pubbliche incompiute, abbandonate o mai entrate in funzione, quasi giustificano eticamente la presenza di ville e complessi residenziali privati, panoramici ma abusivi.

Mostra visitabile dal 5 al 27 ottobre presso Lucky Bistrot, piazzale della stazione, Lodi
Orario continuato 9-20 dal lunedi a domenica, per informazioni: tel. 037 1979072
https://www.festivaldellafotografiaetica.it/ https://www.facebook.com/Festival.della.Fotografia.Etica/
www.elisaimages.it

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Frammenti di Luce

date » 26-09-2019 16:07

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"Onda anima tua"

date » 14-08-2019 11:01

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Mediterraneo e dintorni

date » 26-06-2019 11:50

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Trash In Italy
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Ilas Magazine

date » 26-06-2019 12:09

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Ambiente

date » 25-01-2019 12:48

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Trash in Italy: un viaggio fotografico nell’Italia abusiva.
Elisa Scaramizzino e Andrea Pavesi raccontano, attraverso foto mozzafiato, il cambiamento del territorio italiano, la cui bellezza cela il pericolo di problemi e disagi di cui nessuno fa parola.

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In Natura

date » 28-12-2018 14:37

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tags » Trash in Italy an unusual italian landscape,

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Un progetto che si sviluppa dal 2002 fino ad oggi. Due fotografi determinati e coraggiosi ci raccontano lo scempio di paesaggi dove manca l’uomo in quanto figura ma non il suo intervento disastroso
di Elisa scaramuzzino E andrea Pavesi

“Le immagini di Elisa Scaramuzzino e Andrea Pavesi sono come cartoline da un’Italia a testa in giù, immagini di un viaggio nell’Italia abusiva che ormai ha una tradizione quarantennale degna dei Grand Tour settecenteschi. Dalla Roma sfregiata di Antonio Cederna fino ad arrivare ai Libri Bianchi del Touring Club, Lega Ambiente e Fai dell’ultimo decennio è maturata lentamente la coscienza di quanto stava accadendo, di come lo spazio, i paesaggi intorno a noi stessero irrimediabilmente cambiando, a testimoniare una metamorfosi radicale del territorio italiano come non era mai avvenuta dall’impero Romano ad oggi. Le immagini rubate, le immagini cercate diventano quindi un modo per risarcire la ferita, per esorcizzare il trauma ed insieme per tornare a raccontare una terra.” E’ un brano tratto dal libro Trash in Italy 2002, che racconta un progetto bello e interessante partito alcuni anni fa e attivo ancora oggi, con l’intento di continuare a svilupparsi in futuro grazie alla collaborazione dei tanti cittadini attenti e sensibili al tema.

IL SACRIFICIO DEL TERRITORIO
Per spiegare il significato del titolo Trash in Italy e giustificarne il contenuto, bisognerebbe partire dall’antico concetto di “cura” del territorio e di come esso sia stato sacrificato, a partire dagli ultimi decenni dello scorso secolo, in favore di una distorta e malsana visione affaristica il cui principio cardine della speculazione economica e dell’arricchimento personale di pochi ha incosciente- mente riprodotto generazioni di cemento, tubi e ruggine falsamente venduti sotto il nome di “processo di urbanizzazione”. In questo progetto, che i fotografi milanesi Elisa Scaramuzzino ed Andrea Pavesi portano avanti dal 2002, i protagonisti assoluti sono gli “ecomostri”. Lo scopo non è semplicemente denunciare lo stato dei luoghi (azione di per sé già meritevole), bensì condurre lo spettatore attraverso un percorso di riflessione estetica partendo da un iniziale punto di vista ambientale. Un ritratto del territorio dove all’interno di paesaggi sospesi manca l’uomo in quanto figura, ma non il suo intervento sul paesaggio: le immagini narrano appunto di non luoghi, di atmosfere surreali che precipitano nella reale, invece, e tangibile consapevolezza della natura criminale di tali opere.

RIFLESSIONE E RACCONTO
Scaramuzzino e Pavesi, però, ci offrono anche un alternativo spunto di riflessione, che è antropologica e sociologica: tutti possiamo essere osservatori, e tutti possiamo esserlo attivamente per far vedere – a noi stessi in primis – quanto possa esserci ancora da salvare, per tornare a raccontare una terra proprio in un momento storico in cui indignazione, sgomento e rabbia pare abbiano pochi margini di senso tanto i nostri occhi sono pieni di questi scenari. Raccontare storie, quindi, spiegare i fatti per stimolare interrogativi, obbligando alla sosta di un attimo per riflettere e, magari, cominciare a reagire. Questa è, dunque, l’essenza del progetto “Trash in Italy”: rendere consapevolezza della forza di una immagine, del suo potenziale sociale, politico e culturale di porre degli interrogativi e della sua capacità di spostare i punti di vista con cui guardiamo quotidianamente al mondo. Ad oggi continua l’impegno nella ricerca fotografica e concettuale per cercare di smuovere la coscienza civile, per la salvaguardia e la tutela dell’ambiente. Riflettendo sul periodo che stiamo affrontando, la tecnologia che evolve e l’ambiente che scompare giorno dopo giorno, ci affidiamo ai social che ormai sono parte integrante della nostra vita quotidiana. Per dar voce agli italiani, lasciare a loro libera espressione e mostrarci il disagio ambientale in cui siamo costretti a vivere. Da qui nasce il “Project facebook group community landscape Trash in Italy, 2018”. L’idea è quella di creare una comunità di persone che nel loro paese si trovano a condividere un’opera incompiuta, un ecomostro, uno spreco di denaro, in poche parole con un insolito paesaggio italiano. Nel gruppo siete voi i protagonisti: potete raccontare il vostro ecomostro o semplicemente caricare una foto del vostro disagio ambientale.
(Seguici su Facebook: Trash in Italy an unusual italian landscape)
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Trash in Italy an unusual italian landscape

date » 10-07-2018 11:42

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Il gruppo facebook nasce con l'idea di unire un'insieme di persone che nel loro paese si trovano a condividere un'opera incompiuta, un ecomostro, uno sperco di denaro, in poche parole con un insolito paesaggio italiano.
Qui potete pubblicare e condividere il vostro insolito paesaggio e far parte della comunità trash in Italy landscape.
Project community landscape Trash in Italy, 2018

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©Trash in Italy 2002
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